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“Perché non è importante ciò che io voglio esprimere, ma quello che tu riesci a provare”
Questa è la frase che racchiude il pensiero dietro ogni quadro. 

Attraverso la rappresentazione di figure nude, prevalentemente femminili, realizzate con pennellate materiche e repentine, l'artista esplora l’idea che, anche quando una persona si mostra spoglia, nella sua nudità totale, non è possibile coglierne pienamente l’essenza. Non è dunque tanto il volto a permettere il riconoscimento della sua identità, quanto piuttosto la sua assenza a diventare il simbolo di ciò che manca per comprenderne veramente il segreto che custodisce. Questa mancanza sfida lo spettatore a riflettere sul fatto che, anche davanti a qualcosa o qualcuno totalmente spoglio, rimane sempre un’ineffabilità, un mistero che non può essere svelato appieno.

"Perché spoglia ora mi vedi?" rappresenta il nucleo centrale di una riflessione profonda: il corpo, privo di volto, non è più un'entità riconoscibile, ma una forma che sfida il nostro bisogno di identificazione e comprensione. L’assenza della rappresentazione del viso non è semplicemente una scelta stilistica, ma un invito a guardare oltre la superficie della figura, concentrandosi sul corpo come forma e simbolo piuttosto che come identità definita.

In questo contesto, il volto, che normalmente ci permette di riconoscere e distinguere una persona, viene sottratto per dar spazio all’interpretazione ed emotività dello spettatore. Il corpo diventa dunque un contenitore universale di emozioni, che può essere vissuto in modo personale e intimo. Ogni pennellata, ogni curva e ogni contorno diventano inviti a immergersi, a riconoscersi in quella persona, trasferendone le proprie emozioni, esplorando senza pregiudizi un’umanità che va oltre la superficie.

In questo modo, l’arte non solo rappresenta, ma diventa un ponte che unisce lo spettatore alla sua stessa essenza emotiva, invitandolo a riconoscere che, nonostante la totale esposizione del corpo, c'è sempre qualcosa di insondabile che sfugge alla comprensione.
 

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